martedì 7 aprile 2009

Testo Mina Gregori, Candidata Lista Civica “Firenze C’è”, Elezioni Amministrative 6-7 giugno 2009

Volentieri mi sono associata a Razzanelli per la prontezza con cui ha aderito alla mia proposta contro il passaggio del treno-tranvia vicino al Battistero e alle ragioni che adducevo. Io sostenevo soprattutto una posizione fondata su un fatto oggettivo al di là della ragione estetica, e cioè il pericolo che la tranvia in piazza del Duomo rappresenterebbe per il ciclo a mosaico della fine del Duecento che riveste all’interno della cupola il Battistero. S’intende che questa mia opposizione comporta anche la necessità di pedonalizzare l’area del Duomo.

Il mio era un intervento professionale, per così dire, e si rivolgeva soltanto a quel segmento della tranvia che metterebbe in pericolo l’incolumità di un grande monumento. Ma avevo molto altro da dire sulla tranvia in genere e sulla sua occupazione della inadatta rete stradale di un centro storico qual è Firenze. I primi risultati hanno evidenziato un atteggiamento che viene voglia di definire punitivo nei confronti dei cittadini, non solo degli automobilisti, ma dei pedoni.
Nell’assenza e nel disinteresse quasi totale del mondo intellettuale su questo grave problema, sono con Razzanelli perché ho visto in lui la persona capace di affrontarlo sul piano pratico e decisionale. Ho fiducia in Razzanelli perché ha idee chiare, verificate da tempo e non all’ultimo momento sulle realtà che si presentano ogni giorno a Firenze e che sono ben diverse dagli slogan propagandistici di cui è ormai satura la tribuna politica, specie in tempo di elezioni. Sono certa che egli saprà affrontare le varie problematiche, sa pensare e sa ascoltare. E saprà aprire quel dialogo con i cittadini di cui si sente il bisogno e che tace da troppo tempo.

Per gestire una città non si deve agire con logiche di parte, ma si deve pensare all’interesse comune e aprire il dialogo. Anche la crisi sopraggiunta quasi all’improvviso spinge in questa direzione, e questo potrà essere un trend positivo e che si deve raccogliere e sviluppare.
Attenzione: il dialogo vuol dire anche spirito di collaborazione. I cittadini devono essere chiamati a risolvere insieme ai gestori della città molti dei problemi che la affliggono. E basti accennare a quella Firenze pulita che tutti desideriamo. Si dovrà provvedere a un’adeguata propaganda partendo, con modi propri, dalla scuola, la sede dove si forma (o si dovrebbe formare) il cittadino. E studiare forme gradevoli per incitare l’uomo della strada a intendere che la città è un bene di tutti, e in particolare anche suo. È un vecchio vizio italiano di vedere la strada, l’esterno della propria casa, come terra di nessuno.

I ripensamenti a cui tutti siamo chiamati in questo momento devono comprendere anche questo aspetto della vita collettiva che non è meno importante dei problemi che toccano strettamente la vita individuale, anche perché, ai livelli a cui siamo arrivati, una situazione che riguarda il settore pubblico non può non incidere negativamente su ciascuno di noi.
Prima di entrare in problemi particolari, resto nell’ambito delle questioni generali. Dalla pulizia si passa facilmente alla manutenzione. È un concetto ben noto (l’ho imparato all’Università e lo insegnavo) anche ai teorici dell’architettura che raccomandano nella tutela dell’edilizia questo tipo di attenzione per evitare danni maggiori e spesso irreparabili. Ebbene, anche nella gestione della città la manutenzione dev’essere una scelta primaria. Si stende su tutta la città e ha costi minori delle grandi opere, spesso non necessarie o non così necessarie, che però danno maggior spicco ai politici (così credono) e creano un movimento di denaro. Questa politica di risparmio va avviata in tempo di crisi perché se ne vedano i risultati che non potranno non essere apprezzati dai cittadini. Problemi di necessità immediate: riparare al più presto il fondo stradale e i marciapiedi, ripulire le facciate dalle scritte, con controlli e multe, e facendo obbligo ai cittadini di intervenire per cancellarle intonando gli interventi al colore già esistente per non creare il miserabile spettacolo arlecchino che oggi vediamo e che, come le scritte, non è certo il frutto di istanze artistiche che comunque dovranno esprimersi in altra sede.

Un altro problema più difficilmente risolvibile è quello del turismo di massa che si concentra in certe aree della città, in primis in piazza del Duomo fino a tarda notte. Occorrerebbe attrarre e intrattenere questi giovani nelle ore serali il più possibile in luoghi chiusi con concerti popolari e di vasto gradimento.

Siamo per una gestione corretta e onesta, appassionata e esperta, che operi nell’interesse della città e dei cittadini. E siamo contro le lentezze burocratiche e gestionali che dovranno essere eliminate dando il buon esempio di una presenza costante e consapevole di cui in questi anni abbiamo sentito il bisogno.

Siamo per seguire con attenzione i gravi problemi che in questa fase presentano i monumenti a causa dell’inquinamento e dei quali abbiamo avuto un esempio sconcertante all’esterno del palazzo Medici Riccardi.
Siamo contro la mercificazione dei monumenti (e mi riferisco agli interventi nel passaggio del citato palazzo Medici Riccardi) e dei palazzi prestigiosi che leggi e disposizioni insensate incoraggiano a utilizzare per bed-and breakfast e simili.
La Regione Toscana ha in proposito la legge peggiore di tutto il territorio nazionale, che non fa distinzioni e non affronta l’intera problematica come sarebbe necessario in una città d’arte che minaccia, proprio perché tale, di degradarsi prima e più delle altre in modo irreparabile.
Quanto a problemi particolari, per quanto mi riguarda ho già avuto occasione di accennarvi.

Richiamo l’attenzione sulla situazione dell’artigianato, sia per quanto concerne la mostra della Fortezza da Basso, che è scesa a un livello insopportabile, sia affrontando il problema della continuità di quanto resta ancora d’importante nell’attività di nostre ditte richieste da tutto il mondo, un’istanza che dovrà coinvolgere i giovani e che va risolta impegnando i genitori e la scuola.
E ancora ritorno sul problema dell’aeroporto, che va considerato non soltanto relativamente alla pista. Si deve affrontare al più presto, anzi subito, il problema della viabilità per congiungere l’aeroporto alla città. Possiamo facilmente immaginare che cosa succederà quando sarà operante il palazzo di Giustizia, affiancato dai palazzoni universitari e dalla nuova sede della Cassa di Risparmio. Per prendere in tempo l’aereo la soluzione più facile e sicura sarà raggiungere l’aeroporto di Pisa o di Bologna.

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