martedì 7 aprile 2009

Testo Giorgiana Corsini, Candidata Lista Civica “Firenze C’è”, Elezioni Amministrative 6-7 giugno 2009

Oltre alle due grandi battaglie contro al Tram, linea 2 e 3, e contro il sotto attraversamento della TAV che mi vedono d’accordo con Razzanelli, l’indipendenza politica della lista “Firenze c’è” mi ha convinta di scendere in campo e di dare un po’ del mio tempo per cercare di recuperare e migliorare la nostra città.

Prima di tutto lavorare per e con i fiorentini, eliminare quel brutto atteggiamento di arroganza e di autoritarismo che abbiamo subito fin d’ora, cercare di inculcare senso civico, senso di responsabilità e senso morale, e chiedere a tutti di darsi da fare nel proprio rione, quartiere, condominio, scuola senza più delegare unicamente. Soprattutto senza più accettare supinamente con rassegnazione l’ignoranza e l’incompetenza di chi ha governato finora.
E si vedono i risultati!

Alcuni fra i punti importanti sono:

A) - STOP ai tagli degli alberi, si parla di migliaia fatti fino ad oggi con la scusa di “utilità pubblica”, cioè parcheggi, malattia, senza una diagnosi vera di esperti fitopatologi; “grandi lavori” pubblici, vedi Tram, contro ogni parere dei cittadini e senza aver ancora ottenuto i nulla osta definitivi per iniziare i lavori e senza avere fatto lo studio di impatto ambientale (!) perché dichiarato non necessario.
Il 60% di inquinamento dell’aria è neutralizzabile con l’aumento della superficie fogliare e alla fotosintesi che le loro foglie producono liberando l’aria dall’anidride carbonica tossica alla salute.
In tutte le città evolute, industriali e non, l’attenzione agli alberi, non ai cespugli, è prioritaria sia per un fattore estetico che per un fattore di pulizia dell’aria.
L’aumento esponenziale dei tumori è dovuto principalmente all’aria sporca in cui viviamo, all’acqua inquinata e al cibo oramai tutto prodotto con forzature artificiali e chimiche.
Per cui è vitale e importantissimo ripiantare ovunque sia possibile e rimettere in ordine gli spazi verdi che in molti casi sono abbandonati e di conseguenza abusati dalla gente.
Ogni volta che si costruisce un nuovo quartiere, vedi Novoli ad esempio, dare sempre un rispetto di 10 e più metri alle strade, slargare i marciapiedi, fare la pista ciclabile e piantare alberi ad alto fusto sui due lati e illuminare con lampioni esteticamente appropriati ad una città come questa.

B) - L’armonia e l’estetica di una città bella caduta nel baratro del mediocre, dozzinale, banalizzata da scelte “all’americana”, sciatta e trasandata. La nostra economia è retta dal turismo e le migliaia di persone che vengono a Firenze deve ripartire con un immenso desiderio di tornarci, non perché nella fretta non ha fatto in tempo a vedere tutti i musei e tutte le chiese, ma perché la bellezza e la piacevolezza di passeggiare per le strade dove le botteghe di tutti i tipi, i caffè, i librai, animano il percorso e attirano, invogliano, incuriosiscono, distraggono, appagano.
Ora è solo un susseguirsi di venditori di camicie, di scarpe, di vestiti, di ciaffi anonimi, o etnici, uguali in tutto il mondo, in vetrine modernastre e laminate, senza alcuna eleganza.
Venire a Firenze e sperare di vedere una città con una bel tratto personale, autentica, armoniosa, pulita e allegra e non un’ennesima copia qualsiasi di città senza anima come sono le città moderne.
Entrare e uscire dai musei, sedersi in piazza, provare un buon prosciutto toscano, bere un bicchiere di vino di qua, un panino di vero pane e non a cassetta fatto in fabbrica. C’ era tutto questo in abbondanza, ma ora non c’è più e, per attirare il turismo ci salvano solo i musei e le chiese.
Tra sporco, cartacce, buche, ambulanti con tappetini miseri che vendono merce misera da periferia africana, accattoni, scippi e maleducazione generalizzata, questa è la Firenze di oggi. E’ la città che nessuno al mondo vuole ricordarsi.
Non solo 100.000 fiorentini hanno lasciato il centro, il bel turismo di qualità, che passa più di una notte è diminuito in modo preoccupante.
Gli alberghi sono tanti, ce la mettono tutta, la qualità è buona, così anche i ristoranti, ma è tutto il resto che manca.

C) - Le botteghe artigiane: chiudono, si spengono, muoiono. Grande, enorme perdita per Firenze, uno strato della nostra cultura che sparisce in modo irreversibile.
I turisti desiderano vedere queste botteghe, conoscere gli artigiani, li cercano e li ammirano. Ma l’ignoranza di chi ci governa predilige i grandi magazzini, i grandi shopping center dove la merce è prodotta in serie e standardizzata e non protegge con facilitazioni, detrazioni fiscali, meno burocrazia e soprattutto con lungimiranza questi artefici della nostra cultura, i monumenti viventi di un mondo che altrove non c’è più. Solo la Toscana ha ancora parte di questa ricchezza.

D – Gli stranieri residenti, i più attivi e ascoltati promotori della Toscana, i più preoccupati, più di noi, della distruzione capillare e sistematica che viene fatta dalle Amministrazioni pubbliche su tutto il territorio e oramai anche loro in fuga da Firenze dove la vita per loro è difficile, dove lo sporco e l’arroganza hanno il sopravvento, considerati con superficialità degli “intrusi.

E poi tanti argomenti minori che richiedono anche loro tempo, impegno e attenzione: i canili comunali, le piste ciclabili, i campeggi, gli autobus mezzi vuoti, le buche per terra, i mercatini rionali, i due grandi mercati di S. Lorenzo e S. Ambrogio, la salute dell’Arno, l’illuminazione, le vigiline (odiate), gli ambulanti nostrani oramai sloggiati dagli ambulanti stranieri, i rumori assordanti dentro negozi e posti pubblici, mancanza di pronti soccorsi rionali, i rifiuti differenziati, inceneritori, cinematografi che chiudono.

Qui si vive di cordoli, di catene, proibizionismi continui, di burocrazia selvaggia, di indolenza negli uffici pubblici, di CIALTRONERIA.
Vi ricordate la multa data un mese fa all’antiquario che puliva il marciapiede fuori dal suo negozio perché aveva oltrepassato l’orario delle 10 per provvedere alle pulizie?
I passanti sporcano entro le 10 e dopo non più?

Bisogna lavorare a monte e non arrivare a danni oramai consumati.

Esempio se ci sono buche, dove sta il motivo? Sistema fognario del 700 fragile, su cui pesano autobus e vibrazioni.

Se il fiume e le fogne allagano gli scantinati il motivo sta nella mancanza di manutenzione.

Se gli artigiani chiudono, i motivi stanno nelle tasse esose, nel tempo perso in carte e licenze, nell’impossibilità di parcheggi.

Se il problema cassonetti e pulizia fatica ad appianarsi è perché ci sono troppi rifiuti, non si è puntato sulla differenziata, non si insegna alla gente a fare meno scarti.

Se i cinema chiudono in centro non è solo per capriccio e mancanza di utenti, ma per interessi pecuniari, minacce e ostacoli.

1 commento:

Massimo Marra ha detto...

L'analisi è corrispondente alla realtà, purtroppo. E' inutile nascondersi dietro un dito. Firenze è decadente. E se uno non sa di essere malato, non si cura. Quindi, bisogna prendere consapevolezza della malattia ed avviare SUBITO le cure.

E bisogna coinvolgere non solo le persone che ricordano come Firenze era tempo fa, ma anche chi non L'HA MAI VISTA IN TEMPI MIGLIORI. Vale a dire, le persone anagraficamente giovani, che spesso sono apatiche e disinteressate. Dico 'anagraficamente', perchè ho conosciuto molti giovani di testa, donne ed uomini, che angraficamente erano molto maturi.
E' ora che i giovani di Firenze si diano una svegliata e che si ficchino in testa che devono essere ATTIVI se vogliono vivere in una città che sappia sfruttare il suo immenso e strepitoso patrimonio artistico e culturale e che sia allo stesso momento al passo con i tempi. La tecnologica, specie quella informatica, si può benissimo mettere al servizio del turismo e della valorizzazione culturale. Ed essere moderni non significa appiattirsi su modelli altrui, significa avere IDEE! E' questa l'essenza dell'economia della conoscenza: LE IDEE.
E qui, a "Firenze c'è", di idee ce ne sono parecchie.

Saluti,
Massimo