martedì 20 luglio 2010

Razzanelli (Lega Nord) e l’avvocato Conti presentano il ricorso al TAR per bloccare i tunnel della TAV la Stazione Foster

Comunicato stampa
16 luglio 2010

Razzanelli (Lega Nord) e l’avvocato Conti presentano il ricorso al TAR per bloccare i tunnel della TAV la Stazione Foster


Il capogruppo leghista: “Renzi, quando incontrerà Moretti e Rossi, dovrà pretendere la sospensione dei lavori in attesa della Conferenza dei Servizi necessaria per concludere l’iter autorizzativo”

Questa mattina si è tenuta una conferenza stampa per illustrare il ricorso al TAR del Lazio, preparato dall’avvocato Gianluca Conti, per sospendere i lavori iniziati dei tunnel della TAV e della Stazione Foster. Erano presenti anche Dario Locci e Gianluca Lazzeri, consiglieri regionali del Carroccio, e il capogruppo della Lega in Provincia Marco Cordone.

Razzanelli ha ribadito che “il sopralluogo di ieri al cantiere con l’ing. Bocchimuzzo ha lasciato aperti tutti i problemi di queste opere, giacché l’ingegnere non solo non ha risposto in modo esauriente alle questioni da me sollevate, ma ha pure affermato che la legislazione italiana è talmente complessa che talvolta risulta impossibile rispettare al 100% tutte le disposizioni normative esistenti. Poiché Bocchimuzzo ha dichiarato che i lavori si fermeranno solo con l’intervento dei carabinieri, faremo il possibile per accontentarlo”.

“Il sindaco Renzi – spiega Razzanelli – quando incontrerà Moretti e Rossi, dovrà pretendere la sospensione dei lavori in attesa della Conferenza dei Servizi necessaria per concludere l’iter autorizzativo. Se questo non avverrà spontaneamente, Renzi ha tutte le carte in regola per emettere un’ordinanza di sospensione dei lavori. Come il Sindaco ha già affermato pubblicamente, la città non si può sbudellare”.

L’avvocato Conti ha spiegato i presupposti giuridici su cui si fonda il ricorso. “Si tratta di 15 motivi di ricorso per altrettante violazioni a leggi e regolamenti in materia ambientale: per la Stazione Foster – spiega l'Avv. Conti – manca del tutto la VIA, poiché la valutazione fatta nel 1999 sul primo progetto di stazione dell’alta velocità non può essere ritenuta valida. Il progetto attuale ha subito modifiche sostanziali, nel 2003 e in sede di progetto esecutivo, che richiedevano un’autonoma VIA, com’è avvenuto per il solo Scavalco. Certe lacune non possono essere superate con i pareri emessi dall’Osservatorio Ambientale, il quale ha esclusivamente funzione di monitoraggio del rispetto alle prescrizioni di VIA e non è competente a escludere la necessità di una nuova VIA. La realizzazione del tunnel lede i diritti dei proprietari delle case che si trovano lungo il percorso e che avrebbero dovuto essere destinatari di una regola procedimento di esproprio, che al momento non è neanche iniziato. Nel Progetto Esecutivo manca un luogo di smaltimento per 1,5 milioni di metri cubi di terra. I lavori non possono partire finché questo problema non sarà risolto. La necessità di "rallentare" la produzione di terre di scavo è uno dei motivi per i quali si scava una galleria alla volta, raddoppiando i tempi dei lavori, perché non si sa dove smaltire la terra che due frese produrrebbero contemporaneamente. La VIA, inoltre, richiede un’assoluta trasparenza idraulica, ovvero che la falda e i suoi flussi rimangano invariati dopo la realizzazione dell’opera. Il modello matematico di flusso dovrebbe ricostruire fedelmente il flusso delle acque nel sottosuolo, in modo da dimostrare che tutto rimane inalterato. Tutto ciò manca o è insufficiente, tant'è che sono state trascurate le perdite acquedottistiche pari a 6 Milioni di metri cubi d'acqua. Soprattutto, il progetto esecutivo è diverso da quello approvato a suo tempo dalla Conferenza dei servizi. Di conseguenza, non vi è un provvedimento che autorizza alla realizzazione delle opere in discussione, senza una nuova Conferenza dei Servizi. In conclusione, l’Osservatore ambientale ha autorizzato l’inizio dei lavori pur in presenza di evidenti violazioni alle prescrizioni della originaria VIA e sottolineando, comunque, la necessità di un nuovo passaggio in Conferenza di Servizi per l'approvazione delle modifiche in sede esecutiva”.

Secondo Dario Locci “siamo di fronte a un caso evidente di arroganza del potere, poiché si sta procedendo con i lavori senza rispettare i requisiti minimi di legalità. Se siamo in presenza di uno Stato di diritto, il ricorso non potrà che essere accolto”.

Gli esponenti della Lega hanno affermato all’unisono che “i gruppi consiliari in Comune, Provincia e Regione “faranno squadra” per centrare questo obiettivo”.

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